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Grano Senatore Cappelli, la carne dei poveri.

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Puglia - Siamo in Puglia, precisamente in quel mare biondo che caratterizza il Tavoliere della Puglia, in provincia di Foggia, nella seconda pianura per estensione dopo la Padana, da sempre conosciuta  come granaio d' Italia.

Agli inizi del '900 ai tempi della riforma agraria, il Senatore Cappelli, marchese abruzzese, dal 1907 deputato del Regno d' Italia conosce Nazareno Strampelli, agronomo genetista che già da diversi anni studia sull'ibridazione delle specie di grano.
Per entrambi l'obbiettivo è rendere le culture cerealicola più resistenti alle malattie. Da questo importante incontro e grazie ai campi sperimentali, ai laboratori e alle risorse messi a disposizione dal Senatore a Strampelli nasceranno circa 60 varietà di grano ad ognuna della quali personalmente volle dare un nome diverso. Carlotta, in onore della moglie che fu anche sua fedele assistente, Stamura, Apulia. L'agronomo non dimenticò nemmeno il marchese, nacque così, nel 1915,  il grano "Senatore Cappelli" che divenne allora uno dei più diffusi, non solo in Puglia ma in tutto il sud Italia fino agli anni 60.

Una qualità pregiata che oggi pian piano si sta recuperando tra Puglia e Basilicata. Oggi rientra tra i grani antichi cioè quelle varietà del passato rimaste autentiche e originali, ovvero che non hanno subìto alcuna modificazione da parte dell'uomo per aumentarne la resa. Un grano duro rustico che predilige terreni poveri e argillosi, una pianta alta fino a un metro e ottanta con eccellenti qualità nutrizionali e un alto valore proteico. In Puglia tali caratteristiche gli hanno valso l'appellativo di "carne dei poveri".  

Secondo un racconto, il Tavoliere della Puglia veniva così descritto:
"Scendevano dai monti del Gargano e dell'Appennino della Daunia, dalla "Marina" e persino dalla vicina Lucania, i mietitori a raccogliere il grano dell'immenso mare biondo del Tavoliere, ed era duro il lavoro, ed era un incontro di dialetti, una mistura di canti e quando calava la sera, come a disegnare per terra il riflesso delle stelle nelle notti d'estate, si stendevano i forestieri e dormivano sull'aia."

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